Storia
Nell’ormai lontano 1976, se non ricordo male, il Ministero dell’Interno formò un comitato per mettere a punto una normativa di prevenzione incendi adeguata ai tempi. Ne facevano parte membri dell’Amministrazione, dell’Industria, delle associazioni di categoria etc.
Per inquadrare storicamente il periodo, nei primi anni settanta l’incendio di una discoteca a Grenoble aveva provocato la morte di circa 120 ragazzi. Poi si verificarono, ma già nel corso dei nostri lavori, l’incendio di Todi e altri in Francia, Germania etc. fino a quello dello Statuto di Torino, con altre 60 vittime, ovvero tutti gli spettatori della galleria, uccisi dai gas che avevano invece risparmiato tutti gli spettatori della platea. Nel frattempo si era lavorato, e anche bene: nel 1979 era uscita una circolare Ministeriale con tutti i metodi di prova per organizzare un sistema di classificazione realistico e ben articolato, con valutazioni, per quel tempo, basate su una logica valida ancora oggi .
La serie di metodi CSEA 1/2/3 e ISO 1182 otteneva informazioni su accendibilità, propagazione completate da altre misure relative a parametri come il gocciolamento, la post combustione, la zona danneggiata con la velocità di propagazione che, combinata insieme con una valutazione dell’importanza di ciascun parametro, basato sulla logica dell’esperienza dei Vigili del Fuoco, espressa in punti, producevano una classificazione accettabile, per quei tempi.
Va ammesso che, seguendo i lavori dell’ISO TC92 e frequentando i colleghi di tutto il resto del mondo, abbiamo fatto tesoro del gran lavoro svolto in ambito internazionale in quegli anni. Tuttavia, a differenza del resto del mondo, in Italia abbiamo sempre tenuto conto delle effettive condizioni di impiego dei prodotti e abbiamo sempre valutato più parametri con la stessa prova. Non avevamo preso in considerazione il comportamento al fuoco dei prodotti responsabili della disgrazia di Torino: i mobili imbottiti, a quei tempi già diffusissimi in tutti i locali pubblici in sostituzione delle sedute di legno (quelle ancora talvolta presenti negli oratori, per intenderci). L’Ing. Tiezzi, ormai leggendario Ispettore Capo dei VVF di quel tempo, concesse non più di 6 mesi per mettere a punto un sistema di valutazione che reggesse da un punto di vista logico e tecnico, senza dover tornare alle sedute di legno. Avemmo fortuna: grazie a Dio, in Inghilterra, il problema era, in fase di studio avanzato, con l’uso di una relativamente piccola fiamma – 40 mm di altezza. Abbiamo iniziato con un attacco di 20 secondi sul poliuretano nudo, come screening preliminare, poi con 3 attacchi a tempo crescente, 20, 80, 140 secondi sul modello completo di schiuma con rivestimento finale per ottenere tre classi; il metodo è utilizzato ancora oggi con buon successo visto che incendi con morti da allora, nei cinema e nelle discoteche, non ne abbiamo più avuti a causa dei mobili imbottiti.
Anche in altri settori della prevenzione incendi (sotto l’aspetto della reazione al fuoco) abbiamo continuato a progredire, sempre seguendo i lavori dell’ISO TC92 e poi del CEN, su mandato della Commissione di Bruxelles. Negli anni 80 Vyto Babrauskas ha messo a punto presso il NIST (National Institute of Standards & Technology), il cono calorimetrico per la misura dell’andamento del rilascio di calore (in altre parole per il monitoraggio dell’andamento della potenza della combustione) applicato in seguito anche a metodi di semi scala e scala reale. L’uso della calorimetria, combinato con altre misure come la velocità di propagazione e la produzione di fumi e gas tossici, consente già lavori di modellazione di buon livello, a condizione di aver utilizzato dati reali relativi ai prodotti impiegati e non dati di letteratura, purtroppo non affidabili e congrui.
Silvio Messa
Direttore della ricerca
L.S. Fire conduce con il Ministero dell'Interno la ricerca pre-normativa per l'attuale metodo UNI 9174 (ex CSE RF 3/77), UNI 8456 e 8457 (ex CSE RF 1/75/A e CSE RF 2/75/A), e ISO 1182 (incombustibilità).
L.S. Fire dirige il progetto per la messa a punto del metodo per i mobili imbottiti UNI 9175 (ex CSE RF 4/83) e della camera per la misura dei fumi ISO 5659-2.
L.S. Fire esegue studi per lo sviluppo degli standard ISO TR 5924 e ASTM E 662 finalizzati alla misura della perdita di trasmittanza all'interno del programma "Liprando".
L.S. Fire dirige il programma "Giudizio di Dio" relativo allo studio sull'affidabilità delle piccole cataste in legno di pino silvestre (CRIB) come sorgenti di innesco secondarie nella valutazione dell'accendibilità e classificazione dei mobili imbottiti.
EUREFIC
L.S. Fire partecipa al progetto EUREFIC finanziato dalla CEE, relativo ai metodi di test sulle pareti e i rivestimenti dei soffitti nei paesi nordici.
L.S. Fire dirige il programma di ricerca sperimentale internazionale "CARLOMAGNO" per l'elaborazione di un sistema di valutazione di "reazione al fuoco" dei prodotti edilizi, basato principalmente sull'uso del calorimetro a cono.
L.S. Fire partecipa al progetto "CBUF" finanziato dalla CEE, in merito al comportamento al fuoco dei mobili imbottiti.
L.S. Fire dirige il progetto "ALESSANDRO VI" per la valutazione degli indici di tossicità in diverse condizioni di ventilazione.
PROGETTO "BELFAGOR"
L.S. Fire dirige "BELFAGOR", programma di ricerca pre-normativa europea finanziato dalla CEE con l'obiettivo di supportare la progettazione di mobili imbottiti realizzati per non incendiarsi all'esposizione a diversi modelli d'incendio.
PROGETTO "ROLAND"
L.S. Fire dirige il progetto "ROLAND" finanziato dalla Commissione Europea, condotto con Associazioni ed industrie Europee del settore edilizio.
Questo metodo concepito da L.S. Fire. permette di misurare il tempo di innesco, la propagazione dell'incendio sulla superficie nelle varie direzioni, la quantità di calore prodotta dalla combustione e l'opacità dei fumi emessi.
L.S. Fire dirige il progetto "SAFIR": Smoke gas analysis by Fourier transform infrared spectroscopy finanziato dalla CEE, relativo allo studio e sviluppo della tecnica di analisi FTIR in relazione all'applicazione nel campo della reazione al fuoco.
L.S. Fire partecipa al progetto finanziato dalla CEE "FIPEC" che riguarda la reazione al fuoco delle proprietà dei cavi sul mercato europeo.
L.S. Fire dirige insieme ad LNE il progetto ferroviario "FIRESTARR", finanziato congiuntamente dalla Commissione Europea e l'industria, finalizzato alla stesura della parte 2 e della parte 7 dello standard europeo EN 45545.
La CEE assegna ad L.S. Fire la direzione scientifica e sperimentale del programma "TRANSFEU" con l'obiettivo di sviluppare un metodo efficiente di normazione europeo dei trasporti di superficie (settore ferroviario).
L.S. Fire partecipa al CEMAC, CE MArking of Cables (MArcatura CE dei Cavi), progetto che ha contribuito allo sviluppo del requisito di marcatura CE armonizzato, ha migliorato le norme di prova, sviluppato le procedure di applicazione estesa dei risultati del test, EXAP, e ha contribuito con un database di test di grandi dimensioni.
La Direzione Centrale per la Prevenzione e Sicurezza Tecnica del Dipartimento dei Vigili del Fuoco ha stipulato una convenzione di ricerca con L.S. Fire, nella quale ha inteso studiare e sperimentare un metodo di prova in medium scale su un Sistema Composito di Isolamento Termico Esterno di facciata (ETICS).
L.S. Fire dà origine al progetto finalizzato all'identificazione di una fonte di incendio e di fumo basata su liquidi, che sia ripetibile, riproducibile e che permetta la valutazione di un sistema di rilevazione incendi (detection).
L.S. Fire mette a punto un metodo per verificare la costanza della produzione di cavi elettrici, basato sull'analisi qualitativa e quantitativa degli effluenti dell'incendio. Il metodo sfrutta la tecnologia FTIR per comparare diverse produzioni dello stesso articolo.